Nonna è morta di sabato mattina presto. Per stanchezza di cuore. Aveva 85 anni, il corpo stremato, la mente appena meno vigile di sempre. «Buongiorno nonnina, come stai?» le chiedevo quando passavo a casa dei miei genitori a salutarla. «Io sto bene, – mi ha risposto lei fino alla settimana scorsa, – come stai tu piuttosto?». Mi vedeva arrivare col fiato corto, sfiancata dalle scale e dalla capecitabina. Sono al quinto ciclo, non manca molto alla fine della terapia.
cancro al seno
Serie 3, post #14. Molto rumore per un capello
Quando ho iniziato a perdere i capelli per la chemioterapia, era una sera di inizio maggio, l’anno scorso. Avevo cominciato a spargere capelli in giro già dal mattino: sul bancone di una farmacia, mentre ritiravo integratori e medicine.
Adesso sono nei guai. Tribolo.
I miei capelli, oggi, sono lunghi cinque, forse sei centimetri. Sono rinati ricci, indisciplinati, sovversivi, e più scuri.
Serie 3, post #13. Race for the Cure: il 12 maggio a Roma, a camminare insieme
Race for the Cure, di Komen Italia, è un evento di sport, salute e solidarietà aperto a chiunque: malati oncologici e non. Il 12 maggio, io vado a camminare a Roma. Vieni con me?
Serie 3, post #12. Pyramid Song
Prossima TAC con mezzo di contrasto: 4 aprile. Torace, addome, encefalo. «Encefalo? – chiedo alla mia oncologa, – Perché encefalo?». Perché è una delle prime vie di fuga, mi dice lei, con calma serafica e lucida pragmaticità. È una delle prime vie di fuga del cancro triplo negativo che mi hanno tolto dal seno lo scorso ottobre.
Serie 3, post #11. Dignità fa rima con invalidità?
Quando hai un brutto cancro, perfino entità come lo Stato hanno pietà di te. A me, dopo una serie di scartoffie e accertamenti, è stata riconosciuta un’invalidità al 100%. Per un momento, mi sono sentita molto fortunata. La prima cosa che la legge 104 dice è che “la Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana”. Infatti, ho un assegno mensile di invalidità civile ed entro gratis ai musei di tutta Europa.
Serie 3, post #10. Ricordare bene per dimenticare meglio (anche grazie al bonus psicologo)
Ho un problema con le date: ne ricordo troppe. Così, una stanza del mio cervello è sempre occupata da una lunga serie di numeri – giorno, mese, anno, – che, nella maggior parte dei casi, non mi servono. Eppure, è un’abitudine che, qualche volta, torna utile.
Serie 3, post #9. Corpo di grazia
Mai come l’anno scorso, grazie soprattutto al cancro, ho sentito la centralità assoluta del corpo nella nostra vita. Un corpo in salute ne cambia la sostanza e le giornate. Non abbiamo che il corpo, per vivere, amare, dire le cose. È quasi ora di aggiungere un nuovo capitolo al Kintsugi Project: il corpo, dopo. Nel frattempo, mentre mi avvicino alla fine del terzo di ciclo di capecitabina, aspetto una grazia nuova.
Serie 3, post #8. Il quaderno dell’autoriconoscimento, e la rabbia
In psicoterapia ho ricevuto il suggerimento di compilare una lista delle cose buone che sento di aver fatto nella mia vita. Cose che mi sono state dette, oppure cose che oggi esistono grazie a una mia azione. Sono stronzate che si fanno, queste liste, quando pensi che la tua vita non sarà lunghissima.
Serie 3, post #7. “Mi prudono le mani” (e altri modi di dire)
«Mi prudono le mani» mi risulta essere un’espressione idiomatica per dire che hai voglia di menare a qualcuno. A me oggi prudono le mani. Ho moltissima voglia di menare a qualcuno, sul serio, ma credo che, nel mio caso, il prurito sia dovuto al fatto che sono al secondo ciclo di capecitabina: proprio oggi, ho iniziato ad avvertire un formicolio ai palmi delle mani. Potrebbe finire qui, oppure potrebbe finire in piaghe e ulcere.
Serie 3, post #6. “Insight”.
In psichiatria è chiamato Insight e indica il grado di consapevolezza di malattia, l’intuizione dei propri sentimenti, delle proprie emozioni e dei moventi del proprio comportamento.